Gina

Giugno 2004
Il mio lavoro in estate mi costringe a ritmi insostenibili, al limite dell'umano. Viaggi, caldo, nottate in bianco, cibo al limite del presentabile. Quando ho la possibilità di fermarmi nella mia città per un giorno o due, tutto ciò che voglio è fare un bagno nel mio mare meraviglioso, mangiare qualche piatto di pesce e bere una birra con i miei amici. A volte mi riesce, a volte no.
Ero tornato da un giro di sei giorni in quattro città diverse, 3000 chilometri stipato in un furgone insieme ad altri cinque uomini. Arrivai a casa intorno alle 16 e telefonai subito ad una mia amica, avevo bisogno di farmi una bella scopata e lei era la persona giusta. Fortunatamente lei, quella sera non aveva impegni, ci demmo un appuntamento per le 21 della stessa sera. Subito dopo telefonai a casa dei miei genitori per avvisarli che ero rientrato e che stavo bene.
Mi dissero che erano arrivati i miei cugini di Napoli ed uno di loro, Flavio, aveva invitato tutta la famiglia a cena per festeggiare il suo compleanno, naturalmente l'invito valeva anche per me. Dissi che avevo altri programmi e che non sarei andato con loro. Voglio molto bene ai miei cugini, ma avevo bisogno di un po' di "relax". Così pensai di aggrapparmi alla prima scusa che avrebbe potuto svincolarmi, dissi a mia madre di mentire dicendo che ero fuori per lavoro. Troppo tardi. Quella santa donna di mia madre aveva già dato la notizia del mio rientro a mezzo mondo ed io ero "obbligato" a partecipare ad una serata di conversazioni a volume da scala Rchter. Mi arrabbiai ed un po' scocciato richiamai la mia amica per disdire l'appuntamento.
Feci una doccia, svuotai la borsa con i panni sporchi ed uscii per bere qualcosa con gli amici prima di cena. Avevo ancora un paio d'ore di calma prima della cena.
Incontrai i miei amici al solito posto. Bevemmo un paio di camparini con la vodka e dopo i soliti sfottò li lasciai a bere e mi diressi verso la mia macchina. Stavo per aprire lo sportello quando le mie orecchie subirono un attentato. Il clacson festaiolo di una macchina. "Sono loro" pensai... Cancellai l'espressione disperata dal mio volto e mi voltai. La Ford Focus di mio zio e la Punto di mio cugino Carlo, una dietro l'altra. Mi avvicinai alla macchina di mio zio. Lui al volante ed al posto del passeggero, Flavio, il festeggiato. Dietro, mia zia che agitava la mano e sul lato sinistro quella che sembrava essere mia cugina Daniela. Ci salutammo in fretta e dissi che li avrei raggiunti in pochi minuti in pizzeria. Ripartì e lasciò spazio alla punto di Carlo. Era insieme a sua moglie e sul sedile posteriore c'erano la loro bambina e...Daniela.
Salutai velocemente, ma un po' perplesso mi bloccai e chiesi a mia cugina "Ma tu non eri nell'alltra macchina?"...Pensai di essere già brillo per via dei campari. La ragazza nell'altra macchina era la fidanzata di mio cugino, doveva essere una sorpresa.
Arrivammo in pizzeria insieme dopo una decina di minuti. Scesi dalla macchina mi avvicinai subito a quella di mio zio. I due sportelli dal lato sinistro si aprirono insieme e, da dietro, spunto un tacco bianco. La scarpa estiva era allacciata ad una caviglia un po' carnosa ma piacevole. Il polpaccio e la coscia si presentarono in tutta la loro rotondità ed il vestito nero corto e leggero non bastarono a coprire...Una bella fichetta pelosa. Rimasi quasi senza fiato. Ma l'abbraccio di mio zio interruppe quella visione. Iniziò la giostra dei saluti, dei baci, delle pacche sulle spalle e finalmente..."Piacere Gina...". Avrei voluto rispondere "Ciao zoccola, non me ne frega un cazzo di come ti chiami. Sdratiati sul cofano che te la voglio leccare". Mi limitai a stringerle la mano paffutella ed a presentarmi col mio nome. Dopo in convenevoli ci avvicinammo al tavolo prenotato e prendemmo posto. Mio zio a capotavola, io alla sua destra accanto al festeggiato, poi Gina. Eravamo tanti, troppi per instaurare un contatto con lei. Per di più parenti, quindi ero scoraggiato, ma con un pensiero fisso...il pelo della "nuova cuginetta".
Antipasto, pizza...sigaretta. La accesi a tavola ma dava noia allo Zio, quindi mi allontanai di qualche metro. Flavio e Gina si sgranchirono le gambe e mi seguirono. Mentre parlavamo la sigaretta si spense, ero preso dagli occhi da gatta di quella puledra mora. Tornai alla mia sedia e rovistai nel mio borsello per prendere l'accendino. Come al solito avevo con me anche una piccola macchina fotografica. La presi e tornai a fumare. Flavio mi chiese dove fossi stato di recente. Solite cose, ma ne approfittai per accendere la macchinetta e far vedere a lui ed alla sua smutandata fidanzata qualche foto. Ce n'era una divertente che Flavio volle far guardare a mia zia. Corse al tavolo con la macchinetta in mano ed io rimasi solo con Gina. Scherzosamente le feci un grosso in bocca al lupo per la storia con Flavio...Lei rise. Disse che in fondo era tranquillo, anche troppo. "Troppo?" chiesi..."...Se Flavio è tranquillo, forse avresti dovuto fidanzarti con Indiana Jones". Risate. Intanto la macchina fotografica faceva il giro del tavolo e noi entravamo in confidenza. Il vino fece la sua parte, la sua troiaggine anche.
Iniziò lei. "Flavio parla spesso di te...Quasi mi stavi antipatico prima di conoscerti, mi ha fatto due palle così". Risi e le spiegai che avendo qualche anno in più (10), lo facevo giocare con il computer. "Si, mi ha raccontato...mi ha raccontato anche altro" disse...E la sua voce era cambiata. A cosa si riferiva? Rimasi con l'espressione interrogativa, poi continuò...
Si riferiva a tre anni prima. Una sera io e Flavio uscimmo insieme. A fine serata accompagnammo una mia amica a casa. In breve, lui guidava ed io mi facevo succhiare il cazzo sul sedile posteriore...e lo aveva raccontato a Gina.
Imbarazzato, ma neanche tanto, dissi che...poteva capitare. Lei calcò la mano e aggiunse "Ci ha messo due mesi prima di baciarmi...non gli hai insegnato niente?". Risposi "Voi donne, non si capisce mai come bisogna trattarvi..inviate messaggi contrastanti". Adesso l'espressione interrogativa l'aveva lei. Nel frattempo era arrivata la frutta...ed io stavo fumando la seconda sigaretta. Mi cadde l'accendino dalle mani e lei fu più veloce di me nel piegarsi. Bella scollatura e scoprii che non aveva neanche il reggiseno, Nera di capelli, pelo nero...capezzoli chiari. Questo è troppo. Le chiesi "Questo che messaggio era, per esempio?. Lei mi fissò e mi chiese "Quale?"...Io "il fatto che ti conosco da poco più di un'ora e ti sei già chinata di fronte a me". Scoppiò a ridere, io andai oltre..."Se vuoi ti dico anche di che colore hai le mutandine e che hai un neo sulla tettina sinistra...". Lei disse senza imbarazzo "Dai, di che colore ho le mutande?" ed io "Non lo so, dovrei guardare nei tuoi cassetti visto che le hai lasciate lì". Silenzio...ed ancora silenzio.
La guardai negli occhi con un mezzo sorriso, lei abbassò lo sguardo per un attimo e poi guardò verso il tavolo. Con un tono tranquillo disse "..torniamo al tavolo?". Mentre ci avvicinavamo lentamente al tavolo, fingendo la più finta delle formalità, notai che dai piatti di frutta spiccavano delle banane. Mi fermai e le dissi di mettersene una nella borsa, di aspettare il momento giusto perchè le avrei dato la fotocamera, dopodichè sarebbe dovuta andare in bagno e fare la prima cosa che le veniva in mente. Non disse niente, andò al suo posto e si sedette con un sorriso da zoccola.
Iniziò a giocare con la banana sul tavolo, la avvicinò al suo piatto ma non la mangiò. Io distrassi mio cugino e mio zio, con la coda dell'occhio vidi che lei si era girata ed aveva aperto la borsetta. Per la macchina fu facile. Mi alzai un attimo con la scusa di dover dire una cosa alla figlia di Carlo, seduta accanto a lei, e lasciai la macchina tra loro due.
Passò qualche minuto e qualche scambio di sguardi d'intesa. Qualche morso sulle labbra per non lasciarsi sfuggire il sorriso, il picchiettare nervoso delle sue dita sulla tovaglia. Poi si alzò, chiese a mia madre dove fosse "la toilette" (la chiamo così) e sparì. Tornò dopo cinque minuti, col viso paonazzo. Tanto che mia zia le chiese se non si sentisse bene..."No no, tutto bene...E' il caldo, ma sto bene". Io dissi ad alta voce "Prendi un po' di frutta, ti farà bene...Un po' di potassio" e le porsi un'altra banana. Mi fulminò con lo sguardo, ma le scappava da ridere.
Finita la cena, uscimmo tutti insieme nel parcheggio. Facemmo una passeggiata e dopo circa mezz'ora ci avvicinammo alle nostre auto.
Dovevo risolvere in fretta il problema fotocamera, Come potevo recuperarla?
Al momento di salutarci, davanti a tutti fu Gina ad avere un lampo di genio. Mi chiese "Non hai dimenticato niente?"...Capii subito e feci finta di cercare il telefono. "Credo di no..." dissi. Lei tirò fuori dalla borsa la macchinetta e me la porse dicendo "Invece si!!!". Feci per prenderla ma lei la ritirò a sé...Disse "Apri la borsa, potresti lasciarla sul cofano della macchina...Non ti conosco molto ma sembri un po' sbadato".
Stetti allo scherzo e mi rivolsi a Flavio "Non la mollare Gina, tienitela stretta...Vedi come è premurosa?"
Abbracci, baci, pacche sulle spalle e vogliamoci tanto bene...le portiere si aprirono tutte, tranne la sua. Mi chiesi cosa stava facendo. Mi sedetti al mio posto di guida ed abbassai i vetri, poi partii molto lentamente a retromarcia, ero incuriosito dal suo prendere tempo. Mi fermai con il finestrino in corrispondenza dello sportello posteriore della Focus di zio per chiederle se avesse perso lei qualcosa. In quel momento Gina si stava sedendo. Guardava verso di me con la faccia da troia, gli occhi verdi, languidi e, cosa più importante, con le cosce spalancate.
Parcheggiai davanti a casa mia. Prima di scendere dall'auto aprii il borsello per vedere se davvero aveva s**ttato qualche foto. La prima cosa che trovai fu un pezzo di carta arrotolato. Era una salvietta di quelle che si trovano nei bagni pubblici. Lo aveva fatto scivolare lei nel mio borsello. Si strappò leggermente quando cercai di ricomporlo, ma era leggibile. Un numero di telefono e qualche parola..."Chiama domani alle 14, dormono tutti..porco!!!".
Presi la fotocamera, la accesi e trovai uno spettacolo di tette, lingua, aperture di fica, dita che affondavano negli umori ed inserimenti di banane.
Il giorno dopo partii presto. Alle 14 ero in autostrada con la solita banda di disperati. "Fermati al prossimo autogrill...ho un appuntamento" dissi al mio collega al volante. "Un appuntamento...???" disse sorpreso, ed io "Si". Lui "All'autogrill??????"...io "No, al telefono...". Si fermò composi, mi allontanai dal furgone e composi il numero.
Gina rispose con un filo di voce. Disse che guardava la TV mentre gli altri riposavano dopo essere stati al mare. Mi chiese quando sarei tornato. Le spiegai che sarei stato casa in un paio di giorni. Lei disse "Bene...no, perchè va bene la frutta, ma la carne è meglio".
CHE TROIA





已删除



发布者 Saggylover73
6 年 前
评论
4
账户以发表评论
mimicheli 2 年 前
troia
回答
tombishop3
tombishop3 6 年 前
Però..! Bella storia e fantastica cugina! :wink:
回答
Saggylover73
Saggylover73 出版商 6 年 前
fifo69 : Nelle foto è ancora meglio :wink:
回答 原始评论
fifo69 6 年 前
stupenda cugina....
回答